mercoledì 31 dicembre 2008

"Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi."


Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere




Venditore
Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

Passeggere
Almanacchi per l'anno nuovo?

Venditore
Sì signore.

Passeggere
Credete che sarà felice quest'anno nuovo?

Venditore
Oh illustrissimo sì, certo.

Passeggere
Come quest'anno passato?

Venditore
Più più assai.

Passeggere
Come quello di là?

Venditore
Più più, illustrissimo.

Passeggere
Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?

Venditore
Signor no, non mi piacerebbe.

Passeggere
Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?

Venditore
Saranno vent'anni, illustrissimo.

Passeggere
A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?

Venditore
Io? non saprei.

Passeggere
Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?

Venditore
No in verità, illustrissimo.

Passeggere
E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?

Venditore
Cotesto si sa.

Passeggere
Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?

Venditore
Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.

Passeggere
Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?

Venditore
Cotesto non vorrei.

Passeggere
Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?

Venditore
Lo credo cotesto.

Passeggere
Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?

Venditore
Signor no davvero, non tornerei.

Passeggere
Oh che vita vorreste voi dunque?

Venditore
Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.

Passeggere
Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?

Venditore
Appunto.

Passeggere
Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

Venditore
Speriamo.

Passeggere
Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.

Venditore
Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.

Passeggere
Ecco trenta soldi.

Venditore
Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.



Giacomo Leopardi - Operette morali



Salvador Dalì - La persistenza della Memoria

"Never seem to find the time"





TIME
(Pink Floyd)

Ticking away the moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours in an off hand way
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for someone or something to show you the way

Tired of lying in the sunshine staying home to watch the rain
You are young and life is long and there is time to kill today
And then one day you find ten years have got behind you
No one told you when to run, you missed the starting gun

And you run and you run to catch up with the sun, but its sinking
And racing around to come up behind you again
The sun is the same in the relative way, but youre older
Shorter of breath and one day closer to death

Every year is getting shorter, never seem to find the time
Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desperation is the english way
The time is gone, the song is over, thought Id something more to say

Home, home again
I like to be here when I can
And when I come home cold and tired
Its good to warm my bones beside the fire
Far away across the field
The tolling of the iron bell
Calls the faithful to their knees
To hear the softly spoken magic spells.


sabato 20 dicembre 2008

Dark side of ME


Ho appena ri-ascoltato The Dark Side of The Moon. Non lo facevo da tempo, molto tempo. Mesi. Il momento richiedeva qualcosa di forte, un ascolto importante. E dopo un sorso di buon cognac sono tornato lì, sul buio lunare, accompagnato dalle note di Waters, Gilmour, Mason & Wright (...e Barrett). Ad ogni approdo ricordo sempre la prima volta, quella prima volta in cui da bambino fui rapito dalla loro musica. E' l'unica cosa capace a farmi ri-provare emozioni sepolte, attimi abbandonati da qualche parte ma mai dimenticati. Non ascoltavo i Pink Floyd da tanto, troppo. Per scelta. Per rimanere coi piedi per terra. Ma oggi ne avevo bisogno. Come chi fuma una sigaretta mesi dopo aver smesso. Ne fumerà un'altra. E io ne ascolto un altro. The Final Cut. Altro amore, altri attimi, altri ricordi. La vita scorre, passa e torna, ad ogni ri-ascolto. Con i suoi sbagli, le sue paure, i suoi brevi momenti felici. Ma l'importante è tornare. Pensare. Ricordare. Farneticare. Respirare. Emozionarsi. Piangere. Ridere. Piangere ancora. Rimpiangere. Vibrazioni. Rumori. Odori. Colori. Cose perdute, cose messe da parte per un domani mai arrivato. Ma tutto passa, tutto torna. Forse.
A volte diventa indispensabile abbandonarsi al lato oscuro. Chi l'ha detto che è sempre un male? Basta solo un istante. Basta ri-entrare un attimo prima di perdersi.

martedì 9 dicembre 2008

Le cesoie di Brokeback Mountain




Ieri sera, alcuni anni dopo la prima visione al cinema, ho assistito alla prima in TV del discusso e pluripremiato film di Ang Lee "I segreti di Brokeback Mountain". Rete televisiva: Raidue. Ore: 22.45, seconda serata. Tutto sembra scorrere come al cinema finché...zac! Primo taglio! La prima scena forte scompare come per magia. Il sesso improvviso tra i cowboys Ennis e Jack viene sostituito da un "nulla". I due si sdraiano nella tenda l'uno accanto all'altro, e improvvisamente le immagini passano già al risveglio, con un imbarazzato Ennis che si riallaccia la cintura ed esce speditamente (l'intera sequenza può essere vista tranquillamente su YouTube...). Si arriva all'intervallo. Il secondo tempo si riapre con l'incontro dopo alcuni anni tra i due: l'abbraccio è forte, ma l'appassionato bacio clandestino che sconvolge la moglie di Ennis...zac! Scomparso. Il resto è apparentemente uguale. Non ricordo a memoria tutte le altre effusioni tra i due, ma non sembra ci siano altri tagli considerevoli. Anzi...dovrebbe mancare all'appello quest'altro bacio, che non ricordavo ma che ho trovato per caso su YouTube. Detto questo passiamo alle considerazioni: censurare scene madri è inaccettabile. Vada per la seconda serata, anche se in prima solitamente si trasmette di peggio, ma i tagli? Chi ieri sera l'avrà visto per la prima volta non avrà la possibilità di esprimere un giudizio globale sulla pellicola, non potrà amarla né odiarla. Io ad esempio avevo deciso di rivederlo per capire meglio alcuni passaggi. A primo impatto l'avevo giudicato un film sopravvalutato, ma col tempo ho apprezzato la straordinaria colonna sonora di Santaolalla, l'intensa interpretazione del compianto Ledger, la nostalgica fotografia di Rodrigo Prieto. Ma adesso non posso rielaborare il mio giudizio dopo la visione incompleta di ieri sera. Inaccettabile, soprattutto da chi trasmette stronzate abnormi come L'isola dei famosi e combina la relativa vittoria di Vladimir Luxuria. E poi, senza allontanarci troppo, all'interno dello stesso film sono presenti scene di pestaggi violenti e di sesso eterosessuale (dove in bella vista compaiono anche le tette di Michelle Williams e Anne Hathaway) lasciate al loro posto dalla "distratta" cesoia della censura italiana. Bah! Nel 2008 dobbiamo ancora sentire il campanellino del prete come in "Nuovo Cinema Paradiso". Perché invece non trasmettere qualcos'altro? Sicuramente oggi migliaia di lettere ed email di protesta pioveranno sulla sede RAI. Ma ormai il danno è fatto, dovremo farcene una ragione.
E io dovrò procurarmi il Dvd...


domenica 9 novembre 2008

...mi cercarono l'anima a forza di botte...




Un blasfemo

(Dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato)

Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,

più non arrossii nel rubare l'amore
dal momento che Inverno mi convinse che Dio
non sarebbe arrossito rubandomi il mio.

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l'anima a forza di botte.

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male.

Quando vide che l'uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.

... mi cercarono l'anima a forza di botte...

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato.

lunedì 3 novembre 2008

domenica 2 novembre 2008

Tacita esultanza


LEWIS HAMILTON
2008 FIA Formula 1 World Champion

venerdì 10 ottobre 2008

Anniversario

Un anno da listener...




sabato 4 ottobre 2008

Strane coincidenze...


Stamattina, dopo l'ennesimo incubo di una notte insonne, mi sveglio con una irrefrenabile voglia di soul. Senza pensare né dove né quando accendo il pc e cerco subito su YouTube qualche video di Janis Joplin, per soddisfare il fabbisogno mattutino. Dopo aver ascoltato i classici Piece of My Heart, Cry Baby, Mercedes Benz e Move over, leggo, sempre distrattamente, la pagina personale della cantante su Last.fm. Qui scopro che proprio oggi, 4 ottobre, ricorre l'anniversario di morte della grande artista che "quando era sul palco faceva l'amore con ventimila persone e poi tornava a casa da sola"... 

Janis Joplin (19 gennaio 1943 – 4 ottobre 1970)

Era il 4 ottobre del 1970 quando una overdose di eroina ne stroncò la giovane vita nella stanza di un motel di Los Angeles. Sono passati 38 anni, ma la sua voce continua a strapparti l'anima.
Brividi.

venerdì 3 ottobre 2008

Indovina chi viene a cena?



No, non mi riferisco al celebre film di Stanley Kramer, col grande Spencer Tracy (vedi foto). Vi risparmio (almeno per il momento) tale recensione. Il mio riferimento è molto diverso, e va ricondotto alla mia "personalissima persona" nella sua interezza. Ma l'accostamento (almeno quello fotografico...) non è azzardato, vista la mia faccia di stamattina nel momento in cui ho appreso dalla voce tenera di mia madre la "nuova novella": come se non bastasse la mia fedelissima sposa, compagna inseparabile da qualche anno a questa parte, ed altri amichetti sempre desiderosi della mia compagnia, ecco arrivare lui, nuovo adepto della simpatica comitiva. Bene (si fa per dire), ho rivisto il film della mia vita in un baleno. Finalmente ho potuto capire, realizzare, assimilare, la cosa che da tempo temevo e sfuggivo: sono vecchio. Non ci sono più scuse. Evviva l'eredità.
Non avrei potuto desiderare un compagno di merende migliore, almeno per il futuro prossimo.
Aggiungiamo un posto a tavola, va'...

domenica 28 settembre 2008

Goodbye, Blue Eyes



Paul Newman
26 gennaio 1925 – 26 settembre 2008






martedì 16 settembre 2008

Thank you, Rick


Richard Wright (28 Luglio 1943 - 15 Settembre 2008)


Another time, another day
A brother's way to leave
Another time, another day

Breathe , breathe in the air
Would you like to say something before you leave?
We said good-bye before we said hello
When the fat old sun in the sky is falling
I'll see you on the dark side of the moon

Thank you, Rick

sabato 6 settembre 2008

"E si vi vasu sta duci vuccuzza...nun sputu ca nun perdu la ducizza"

Ottave d'amore

Unni camini tu, unni scarpisi
trema la terra unni li pedi posi
nascinu sciuri di milli divisi
sciuri di baccu, garofani e rosi

Bedda ca t'agghiu a vinniri 'mprummisi
e t'imprummisi vintisetti cosi
novi giardina , novi paradisi
novi canti d'aceddi unni riposi

Siti cchiù bedda vui di la ricotta
cchiù bianca di la nivi siti tutta
siti comu 'na fica murgisotta
veni lu ventu e vi scutola tutta
Vidi ch'è mariùsa sta picciotta
jucari nun ci vogghiu e didda ammutta
vaja , bidduzza , parati sta botta
sta canzuna ppi ttia , ppi ttia fu fatta

Curuzzu, lu me cori si sminuzza
ppi vidiri sta vostra biddizza
unni scarpisa la vostra scarpuzza
lassa petri davanti a la munnizza
Quannu vi pittinati sta tistuzza
luci comu lu suli la to' trizza
e si vi vasu sta duci vuccuzza
nun sputu ca nun perdu la ducizza

Nun dormu ca riposu a ttia pinzannu
passu li notti interi senza sonnu
sempri la to' biddizza cuntiplannu
cussì passu lu tempu 'nzinu a gghiornu
Mi votu e mi rivotu suspirannu
mentri li nervi mia suffriri nun ponnu
bedda p'amari a vui, p'amari a vui
bedda p'amari a vui mi sentu l'affannu

Rosa Balistreri & Taberna Mylaensis


lunedì 25 agosto 2008

Ritorno


Un mese, all'incirca. Tanto è durato il mio riposo. Il ritorno non è mai positivo: vengo sempre rapito da un senso d'angoscia e da una profonda voglia di non ritornare alla stessa vita. Questa volta è diverso, la vita dovrà cambiare. Ma quel senso, quel brutto sapore, resta. Qualche linea di febbre e una fastidiosissima tosse condiscono il tutto. Ma sopravviverò, lo faccio sempre. La vecchia vita, i vecchi nemici, sembrano ormai ricordi sbiaditi. Sembrano, lo so, ma farò di tutto per farli diventare. Ora soffro il caldo in un modo diverso, il clima nordico ha rotto qualcosa nel mio microsistema climatico. Sarà forse un presagio d'addio? Ci sto pensando. Da tempo, ormai. La voglia c'è, il coraggio forse, la possibilità non so.
Che passi settembre, l'autunno sarà mio consigliere.

martedì 22 luglio 2008

Nuova compagna (di avventure)



Eccola ve la presento!



lunedì 21 luglio 2008

L'ultima saracinesca


Ieri sera, dopo 201 giorni esatti, ho chiuso per l'ultima volta quella dannata saracinesca. Come sono solito fare anche nei momenti peggiori della mia vita, ho provato persino un senso di nostalgia nel vedere quelle mura, quelle vetrate, quei computer da rottamare, quelle carte e cartacce, quei numeri svolazzanti e fluttuanti qua e là. Una strana perversione che mi contraddistingue da sempre. Ma col passare dei minuti, ormai ore, mi rendo conto che il senso di libertà ritrovata va facendosi largo in me. Fa a spallate coi ricordi, la cui stragrande maggioranza "indossa" il polo negativo. Adesso mi servirà una scossa, qualcosa che mi spinga a non pensare più alle stesse cose che mi tormentano da circa sette mesi. Forse ho già trovato l'oggetto del mio desiderio, ma al momento non voglio parlarne. Voglio solo riposare, dormire, far tardi la mattina e oziare, eliminare le tossine e tornare a respirare. Tutto il resto non conta, o almeno non più. La saracinesca ormai è chiusa, ho consegnato stamattina le chiavi, ho lasciato tutto alle spalle, tranne il senso di amarezza che ogni tanto risale come rigurgito infernale. Ma passerà anche luglio, e poi finalmente andrò via.

martedì 15 luglio 2008

Maschere


Ho mantenuto la promessa. Ieri, lunedì, giorno X, ho compiuto la mia missione. Domenica prossima chiuderò per l'ultima volta quella dannata saracinesca per aprirne un'altra (chissà dove, chissà quando...). Innanzi tutto sarò un uomo libero. Povero sì, ma libero. Sarà difficile riappropriarsi subito della libertà mentale di un tempo. Ma almeno avrò la possibilità di provarci. Torno ad essere un senzametalibero, piuttosto che un senzametaprigioniero. Ieri ho trovato la forza e il coraggio di affrontare il nemico. Lo scontro però è stato impari. Dopo un mio esordio garbato e amichevole, ho avuto quello che non mi sarei MAI aspettato: un riscontro ancor più garbato e inaspettatamente generoso. Mi sono sentito improvvisamente il cattivo della storia, un visionario che si lamenta per soprusi inesistenti, un folle, un ingrato. Sono andato via con un senso di liberazione, certo, ma anche con un forte smarrimento cerebrale, dovuto al pronostico non azzeccato. Ma stamattina, mio malgrado, ho potuto scoprire che il folle non ero io. Avevo ragione, anzi, di più. Il nemico sembrava sincero nei suoi discorsi di ieri, ma oggi ha confermato tutta la sua idiozia, la sua incompetenza e la sua vigliaccheria. Si è lamentato con la persona a me più cara. Il tutto alle mie spalle, senza curarsi della figura che avrebbe fatto quando lei mi avrebbe raccontato tutto. Ecco la doppia faccia: la maschera buonista e comprensiva di ieri fa posto a quella viscida di sempre. Ecco il vero (e unico) cattivo della storia. E' pazzo. Un pazzo incurabile, purtroppo. Nessun nosocomio prenderebbe mai in cura il suo caso. E' un uomo perduto. Un uomo, però, che con la sua idiozia vorrebbe condizionare anche gli altri. Ma non me, almeno non più. Io sono andato via. E per quanto lui ieri abbia steso tappeti davanti ai miei piedi e intonato inni al mio nome, io non tornerò indietro. Che vada a farsi fottere, e con lui la sua inutile, vuota, attività. Le sue "porte sempre aperte" non mi incantano. Lui ha bisogno dei miei servigi, ma io non sono lo schiavo di nessuno. Adesso mi toccherà cercare, ancora una volta. Ma prima dovrò recuperare appieno le mie facoltà mentali e cognitive. Rischio il corto circuito, ma forse ho staccato la spina in tempo. Dovrò chiedere scusa al mio istinto, che fin dall'inizio mi diceva di non intraprendere quest'avventura. Dovrò dare una regolata alla mia ragione, coordinarla con le mie reali capacità e attitudini, piuttosto che farmi trascinare dal bisogno atavico e immediato. Dovrò cercare il mio io, nascosto in qualche angolo della mia terra. Dovrò buttare via per sempre la maschera del subalterno, ed assumerne una che più mi compete. Dovrò ritrovare la mia vera maschera, quella fiera, quella che ha caratterizzato gran parte dei miei anni passati, quella che mi ha portato ad essere quello che sono.
E dovrò fare (tutto) in fretta.

sabato 12 luglio 2008

Bivi


Mi ritrovo sempre nella stessa situazione. Un bivio, o più di uno; delle scelte costrette. E' sempre stato questo il mio più grande difetto: il tempo di scelta. Magari dopo aver deciso tutto torna normale, per uno, due, dieci giorni. E poi? Si ricomincia. Nuovi bivi, trivi, crocicchi vari mi si pongono davanti, intersecandosi come fitti rami di un albero. E' la sintesi della mia vita. Al tutto aggiungiamo un pizzico di problemi fisici, che non guastano mai. Caos. Nervi. Delirio. Pensare, ma cosa? A cosa serve se poi non si ha la forza di agire? Cerco ristoro. Due settimane "forse" basteranno. O forse amplificheranno il dolore, l'amarezza. Da sette mesi vivo un'esperienza estenuante. E' incredibile quanto possano far male l'ignoranza e la stupidità. Dipendere da qualcuno che sa poco o nulla è inconcepibile. Una mente caotica come la mia necessita di una ferrea organizzazione, almeno nel lavoro. Ma forse pretendo troppo. La scelta sembra inevitabile, ma le conseguenze non saranno tutte positive. Altro dolore, altri problemi. Non si finisce mai. Cerco di leggermi dentro, le scritte sui muri. Qualcuno avrà pensato bene di tappezzare le mie pareti con carta da parati, color rosso spento, roba da quattro soldi. Non riesco a decifrare le scritte che stanno sotto. Forse dovrei strappare via quelle sozzerie, ma adesso sento mancare le forze. Eccola, è tornata. Madame l'abulia. Una scelta, però, è obbligata. Il croupier attende, e io devo puntare in fretta su una carta. Mi lascerò guidare dall'istinto, sperando che almeno lui riesca a usare la testa. La mia è persa chissà dove, chissà da quanto. Aspetto. Anzi no, devo farlo subito. Domani. No, domani è domenica. Allora lunedì. Sì, lunedì è un buon giorno. Un giorno pieno di aspettative per la settimana che inizia. La carta cambierà il mio futuro, almeno quello immediato. E poi? Altre scelte, ma per adesso mi serve una pausa. Il tempo mi odia e io ricambio. In attesa di nuove attese.

domenica 1 giugno 2008

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