lunedì 23 febbraio 2009

Ciao Candido, "Maestro in rosa"



Candido Cannavò
29/11/1930 - 22/02/2009


Un altro dei miei miti se n'è andato. Candido Cannavò, storico direttore della Gazzetta dello Sport dal 1983 al 2001, lascia questo mondo alle 8.48 di ieri mattina, dopo 78 anni vissuti intensamente. Un'improvvisa emorragia cerebrale l'aveva colpito nella giornata di venerdì 20/02, proprio mentre si trovava nella sala mensa della sua amata "rosea". Personalmente la notizia mi ha reso immensamente triste, quanto la perdita di un parente caro. A lui sono legati i miei primi ricordi di "lettore sportivo". Ricordo con piacere i suoi tanti articoli letti ancora in tenera età, quando segretamente coltivavo, tra i tanti sogni, anche quello di diventare giornalista sportivo. Un vero mito a cui mi ispiravo nei miei timidi tentativi di scrittura, tra tentativi alle medie e giornalini locali alle superiori. Qualche volta dicevo anche di voler diventare un giorno "il nuovo Candido Cannavò", tanto ero legato alla sua figura. Sogni, ovviamente. Rari per un bambino, ma pur sempre sogni. Di Candido ce n'è stato soltanto uno, difficilmente si potrà ripetere la vita di un grande uomo che ha dato tutto se stesso per il giornalismo e per lo sport. Dispiace che non abbia avuto la possibilità di assistere alla grande tripletta di sfide Italia-Inghilterra che ci regalerà la Champions League nei prossimi giorni. Dispiace che non potrà godersi il Giro d'Italia 2009, giro del centenario e dei Campioni, vista la folta presenza di grandi nomi. Un mio conterraneo che ha fatto tanta strada, con umiltà e sacrifci, con romanticismo e competenza, e che merita di essere elevato a esempio per tutti. Di diritto nell'olimpo dei giornalisti, con Enzo Biagi ed Indro Montanelli. Le pagine della tua Gazzetta oggi ti celebrano e ti rimpiangono, e nel mio piccolo (infinitamente piccolo) ho voluto candidamente omaggiarti anch'io.

Ciao caro Candido, ovunque tu sia.


giovedì 19 febbraio 2009