sabato 12 luglio 2008

Bivi


Mi ritrovo sempre nella stessa situazione. Un bivio, o più di uno; delle scelte costrette. E' sempre stato questo il mio più grande difetto: il tempo di scelta. Magari dopo aver deciso tutto torna normale, per uno, due, dieci giorni. E poi? Si ricomincia. Nuovi bivi, trivi, crocicchi vari mi si pongono davanti, intersecandosi come fitti rami di un albero. E' la sintesi della mia vita. Al tutto aggiungiamo un pizzico di problemi fisici, che non guastano mai. Caos. Nervi. Delirio. Pensare, ma cosa? A cosa serve se poi non si ha la forza di agire? Cerco ristoro. Due settimane "forse" basteranno. O forse amplificheranno il dolore, l'amarezza. Da sette mesi vivo un'esperienza estenuante. E' incredibile quanto possano far male l'ignoranza e la stupidità. Dipendere da qualcuno che sa poco o nulla è inconcepibile. Una mente caotica come la mia necessita di una ferrea organizzazione, almeno nel lavoro. Ma forse pretendo troppo. La scelta sembra inevitabile, ma le conseguenze non saranno tutte positive. Altro dolore, altri problemi. Non si finisce mai. Cerco di leggermi dentro, le scritte sui muri. Qualcuno avrà pensato bene di tappezzare le mie pareti con carta da parati, color rosso spento, roba da quattro soldi. Non riesco a decifrare le scritte che stanno sotto. Forse dovrei strappare via quelle sozzerie, ma adesso sento mancare le forze. Eccola, è tornata. Madame l'abulia. Una scelta, però, è obbligata. Il croupier attende, e io devo puntare in fretta su una carta. Mi lascerò guidare dall'istinto, sperando che almeno lui riesca a usare la testa. La mia è persa chissà dove, chissà da quanto. Aspetto. Anzi no, devo farlo subito. Domani. No, domani è domenica. Allora lunedì. Sì, lunedì è un buon giorno. Un giorno pieno di aspettative per la settimana che inizia. La carta cambierà il mio futuro, almeno quello immediato. E poi? Altre scelte, ma per adesso mi serve una pausa. Il tempo mi odia e io ricambio. In attesa di nuove attese.

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