lunedì 12 aprile 2010

De rerum natura (Capitolo III) - La "nullattesa dei sordomuti"


A meno di venti giorni di distanza, non credevo sinceramente possibile dover riaprire questa nuova rubrica. O almeno lo speravo. Certo, l'esperienza odierna non riserva grosse sorprese, e le previsioni di lunghezza-post non sono le più rosee, ma vale comunque la pena di raccontare brevemente il mio nuovo incontro con Mr. I.


Lunedì 12/04/2010

Ore 15.32: vengono i miei nonni. Dopo qualche chiacchiera, poco prima di andar via, mio nonno tira fuori dal portafoglio una banconota da € 50 e la posa sulla mia mano destra. Ahimé, non era un generoso e improvviso cadeau. La suddetta banconota era da destinarsi al già conosciuto Mr. I, per la quota condominiale di aprile. Brivido. Ovviamente non dovevo necessariamente andarci oggi, ma ho preferito cavar via subito questo pensiero, pertanto qualche ora più tardi mi preparo ad uscire.

Ore 19.00: proprio come l'altra volta! Esco di casa, a mezzo gambe, per dirigermi verso l'ufficio di Mr. I.

Ore 19.03: dopo percorso di metri 220 circa lo vedo sfuggire sulla sua candida Stilo. Non mi ha visto. Ma non demordo. Ho le labbre screpolate e mi serviva un labello. Dunque passeggio a lunghe falcate verso il supermercato più vicino.

Ore 19.06: dopo percorso di metri 200 circa arrivo al supermercato. Perdo un po' di tempo guardando qua e là e, dopo aver preso il labello, pago e vado via.

Ore 19.23: in lontananza scorgo la luce accesa davanti all'ufficio di Mr. I. Poco prima noto la sua grossa sagoma in atteggiamento parlottante con due a me ignoti signori.

Ore 19.24: Breve conversazione tra improvvisati sordomuti.


Io (passandogli davanti): alzo la mano in segno di saluto.

Mr. I (con lo stesso gesto): risponde.

Io (fermandomi a pochi metri): mani in tasca in segno di attesa.

Mr. I (dopo avermi notato): si tocca con l'indice il petto facendomi capire "cerchi me?"

Io (con la testa) sì. E poi, sfregando il pollice con indice e medio gli comunico "devo pagare"

Mr. I (sollevando l'indice) "aspetta un minuto".

Mi fermo davanti alla porta dell'ufficio e inizio a smanettare, nervosamente, il cellulare...

Ore 19.25: controllo l'ora, ma è ancora troppo presto. Lui pasce ancora beatamente con i due ignoti signori.

Ore 19.27: un folle stava per salirmi addosso! Lancio un'occhiata verso Mr. I, il quale notandomi risolleva il suo indice: "un minuto!"

Ore 19.34: passati minuti dieci, con la coda dell'occhio noto la sua grossa sagoma che si dirige lentamente verso di me. Una stretta di mano, un "come va'?", e si entra dentro.

Mr. I (serio): che mese devi pagare?

Io (tranquillo): aprile.

Mr. I (scrivendo la ricevuta): quant'è, 50?

Io (tranquillo): sì.

Mr. I (dopo un breve pensiero): ah, casomai torna in questi giorni che ti ridò l'invito per la riunione, visto che quella è andata a vuoto, non si è fatta...

Io (sorpreso e titubante): ah... ehm... è sa...saltata?

Mr. I (continuando): sì, è stata rimandata.

Io (attonito): ah... ehm... ma non hai l'invito pronto, adesso?

Mr. I (pacifico): no, li devo ancora preparare. Penso che verso giovedì lo troverai.

Io (come sopra, ma di più): ah... ehm... sì... ok... ah... (dopo aver ricordato che oggi è lunedì) ma giovedì... di questa settimana allora?

Mr. I (rassicurante): certo.

Dopodiché mi consegna la ricevuta. Una silenziosa stretta di mano e... via! Clamoroso! Nessun monologo, nessuna congettura, niente. Chissà cosa mi aspettavo, ero partito pieno di timori e invece... aspetta! A meno che... a me...meno che... ah, ecco! Dovrò tornare giovedì! Ecco dove stava la fregatura...
Quindi dopo essermi sorbito quell'ora di monologo 19 giorni fa... dovrò rischiare ancora!

Seguirà ulteriore resoconto. Magari, nel frattempo, mi toccherà studiare un po' in vista del prossimo incontro. Non si sa mai...


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