sabato 17 aprile 2010

Giunti al punto...di non ritorno!


Ho già detto l'altra sera che, poco prima del fatidico incontro, sono stato in giro a fare shopping e affari. Come e dove? Beh, la maggior parte degli affari, ultimamente, li faccio con gli articoli da me più acquistati, più ricercati, più sospirati: i DVD. Sono un collezionista, oltre che un inguaribile cinefilo, e vorrei possedere tutti i film che guardo di giorno in giorno (e ahimè, non sono pochi...). Ultimamente, e lo dico con un pizzico di rammarico, visto che non sto dilapidando le mie polverose tasche, ne ho comprati a bizzeffe, decine, e lo spazio diventa sempre meno. Però non sono scerto un acquirente cieco, che compra tutto quello che gli passa davanti. Giammai. Sono un acquirente scaltro, mirato, per nulla amante delle fregature. I prezzi dei DVD ormai sono scesi di parecchio, e i grandi affari dunque sono alla portata di tutti. Ma non sempre si riesce a barcamenarsi agevolmente nell'infinito mondo della "cineditoria". Io acquisto SOLO film in offerta, non ho certo la follia di prendere DVD a prezzo pieno o nuove uscite (a meno che queste ultime non siano evidentemente convenienti). Ma a volte l'offerta non basta, cerco il prezzo stracciato, e quello solitamente lo si può ritrovare nell'e-shopping. Ma non solo. Non nego di aver fatto degli straordinari affari, acquistando in passato su quella fonte inesauribile di BOL, come dei cofanetti del mio mito Kubrick a soli € 5.85 (prezzi a dir poco imbarazzanti), ma ultimamente i grandi affari si possono trovare altrove, come ad esempio da Euronicss, dove mi è capitato di acquistare, proprio oggi pomeriggio, due film di uscita recentissima come Il petroliere e The Wrestler, non solo prezzati a € 9,90, già poco per due DVD usciti lo scorso anno, ma per giunta col 2x1! Sì, avete capito bene: prendi 2 paghi 1! Dunque, facendo i giusti calcoli, li ho pagati € 4,95 l'uno, sempre che la matematica non sia diventata un'opinione. Affari dunque, ma non solo da Euronics. Solitamente io acquisto alla Ricordi Mediastore, visto sono possessore di Carta Più Feltrinelli, che tanti ottimi sconti mi ha fatto ottenere in passato. Per i libri, invece, non avendo Feltrinelli nelle vicinanze, devo rivolgermi alle fornitissime e diffusissime librerie Mondadori, che ahimè, almeno per ora, non mettono a disposizione tessere clienti, e alle librerie Giunti al Punto, due nell'arco di 40 km, ma per le quali ho avuto il "tesseramento". Ed è qui che volevo arrivare, dopo questa lunga ma doverosa premessa (non vi sembrava una premessa, beh ora lo sapete).
Le librerie Giunti al Punto, dunque. Due nelle mie vicinanze, contro una decina di Mondadori. Però la più vicina in assoluto è proprio una Giunti, a più o meno 10 km da casa mia. E' qui che quindi acquisto solitamente i miei libri. Certo, quando li trovo. Perché già la nota dolente che mette la Giunti in posizione subalterna rispetto a Feltrinelli e Mondadori è proprio questa: la fornitura mediocre. Oltre a quei 4 romanzi commerciali di recente uscita, soprattutto firmati Dan Brown e Moccia, si trova ben poco. Pochi classici, poco tutto. Una battaglia editoriale che mira alla vendita specifica delle proprie pubblicazioni, le uniche di cui non è sprovvista, lasciando carenti le edizioni della concorrenza. Ovviamente, volessi acquistare un classico, sceglierei un'edizione seria (Mondadori, Feltrinelli, Einaudi, BUR...), mica le edizioni Giunti, che poco offrono al lettore: libri nudi e crudi, con traduzioni approssimative e rare prefazioni o postfazioni critiche. Ma andiamo al motivo principale che mi ha fatto spesso "giungere" agli acquisti in questa libreria: la GIUNTICard.
Come Feltrinelli, Giunti ha ideato qualche anno fa questa fidelity card, che permette di accumulare punti-sconto ad ogni acquisto ("ogni"...). Mi fu consigliata qualche anno fa, mentre compravo alcuni libri di Umberto Eco, nel dicembre 2007 se non erro. Un punto ogni 3 euro di acquisti, che accumulandosi ti permettono di raggiungere dei traguardi-sconto: 25 punti danno 5 € di sconto; 50 punti danno 13 €; 100 punti invece, massimo traguardo raggiungibile, consegnano nelle mani di noi "fortunati" possessori ben 36 € di sconto! Il funzionamento è (anzi era...) più o meno simile a quello della Carta Più, che tante gioie mi ha riservato in passato, pertanto mi ha spinto a prediligere i miei acquisti letterari in queste librerie piuttosto che in altre. Inizialmente non ebbi grossi problemi, le forniture erano carenti ma spesso trovavo ciò che mi serviva. Poi, col tempo, cominciai a notare che la musica era cambiata. Se non trovavo un libro istintivamente chiedevo ai commessi, e questi prontamente dicevano che sarebbe arrivato un paio di giorni dopo. Ma nelle successive visite notavo che i libri non arrivavano mai... e questo mi costringeva ad attraccare in altri porti, con buona pace della mia card che nel frattempo ingialliva. I punti accumulati dunque rimasero fermi per molto tempo, salvo qualche acquisto sporadico. Il primo anno raggiunsi i 70 punti, negli ultimi due invece ho aggiunto soltanto 16 punticini al malloppo, per un totale di 86. Incredibile! Vedendone mancare solo 14 alla sudata meta, qualche tempo fa ho rivalutato l'idea di cercare qualche acquisto gratificante, che mi permettesse di "giungere" (aridaje...) finalmente ai 100 punti. A gennaio, dunque, visto il 25% di sconto sui Feltrinelli, decido di comprare un libro letto anni prima, L'amico ritrovato di Fred Uhlman, che ai tempi ricevetti in prestito. Mi presento alla cassa, tiro fuori la tessera e il commesso mi gela subito: nuovo regolamento, niente più punti sui libri in promozione. E mi da pure il depliant con le nuove disposizioni. Assurdo! Ho costruito il mio "patrimonio" a suon di libri in promozione e improvvisamente non danno più frutto? La cosa mi viene confermata qualche settimana dopo, quando mi trovo di passaggio (la libreria è all'interno di un centro commerciale dove solitamente vado a fare altro tipo di compere) e acquisto un altro testo letto in passato ma non presente nella mia biblioteca: Antigone - Edipo re - Edipo a Colono di Sofocle, edito da BUR: punti 0. Inevitabile la decisione: se capiterà di dover comprare qualche regalo per qualcuno e la mia scelta ricadrà su qualcosa di presente in questa miserrima libreria cercherò di arrivare a sti benedetti 100 punti, ma per acquisti personali STOP! E dopo questi fantomatici 36 € di sconto, ovviamente, la tessera farà una brutta fine. Da allora non ho avuto più occasione di entrare là dentro, fino a qualche giorno fa, quando appunto sono andato al centro commerciale intenzionato a comprare un DVD per mia cognata (regalo di compleanno). Purtroppo del DVD che cercavo non era rimasta neanche una copia, per questo, spinto da imbellente necessità, entro sconsolato in libreria. Ingresso che come scoprirete in seguito mi regalerà due sorprese, una byiba e una pessima. Indeciso sui libri, ricordo che qualche tempo prima vendevano anche i DVD (anche se lì non ne avevo mai comprati); pertanto, dopo aver trovato lo scaffale, comincio a scegliere. La scelta, come da copione, è estremamente ardua, vista la scarsissima presenza di materiale, ma nondimeno riesco a trovare qualcosa di interessante. Prima di andare a pagare, però, i miei occhi cadono su un altro DVD, uno che cercavo da un po' di tempo ma per diversi motivi non avevo ancora comprato: Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo in edizione limitata a doppio disco. Ultimo pezzo della trilogia, giusto quello che mancava alla mia collezione. Prezzo? Ignoto. Faccio un po' di conti e penso di prenderlo, sempre che costi poco. Oltre tutto mi balena subito in testa l'idea di poter accumulare un bel po' di punticini e avvicinarmi finalmente a quel maledetto traguardo. Gongolante corro quindi alla cassa, consegno il primo DVD e sul secondo pongo il veto: "prima mi dica il prezzo". E qui, signore e signori, ho la prima delle sorprese della serata (quella buona): 9,90 €. Strabuzzo gli occhi, deglutisco e dico: "qu...quanto?". "NOVE EURO E NOVANTA", ripete il commesso, con orgogliosa flemma. Ed io: "Lo...lo prendo!", e nella mia testa aggiungo: "Al volo!". Un altro affare, penso. L'ennesimo. Riesco a comprare a soli 9,90 € un DVD quasi introvabile, che dovunque vendono a 30 € o più, e per giunta accumulo pure dei punti. Un furto! Gagliardo tiro fuori i contanti, ma prima sbatto sul tavolo, con sorriso straripante, la mia GIUNTIcard. Ed ecco la seconda e ultima sorpresa della serata (quella più inaspettata e dolorosa): il commesso con immutata flemma mi comunica che i DVD non danno diritto a nessun punto. Gelo. Dopo aver pagato a malincuore, esco zoppicante dalla libreria e mi dirigo in macchina. Nella mente medito già vendetta e tiro fuori qualche parola da buttar giù in questo post. Non è possibile. Avrei voluto mangiarlo quel commesso, ma tant'è... non aveva alcuna colpa. E' la Giunti l'unica colpevole. Ma come caspita si dovrebbe arrivare a quei fottuti 100 punti? Comprando la loro spazzatura, suppongo. Sui loro testi infatti danno punti doppi e punti extra, tanto sanno che non li compra nessuno. Sugli sconti "zeru" punti, sui DVD "zeru"punti (ma perché li vendete...). Con la Carta Più accumuli punti SU TUTTO, anche acquistando un bloc-notes, qui invece... bah! BASTA! L'ho detto e lo faccio, butterò la carta nella spazzatura. La loro politica è assolutamente sbagliata e non meritano di annoverarmi tra i clienti, né sporadici né tantomeno "fedeli". Offrono poco e fanno ancora meno per invogliarti a comprare. Andrò alla Mondadori, dove trovi tutto e subito. E se non fosse disponibile in quel momento puoi star certo di trovarlo pochi giorni dopo. In attesa, magari, di vedere aprire una Feltrinelli in questa zona, cosa ancora più gradita. Allora sì che ci sarebbe da divertirsi!


(Qui a destra la loro campagna pubblicitaria, sventagliata sul sito. Preparatevi, eh? Mi raccomando! Non fatevi scappare le loro imperdibili e soprattutto TANTISSIME novità. Poi, dalle mie parti, non potrò certo farne a meno, come potrete notare dalla loro folta presenza sulla cartina. Solo due puntini in un'intera regione! Ma stanno crescendo, bisogna avere pazienza, no? Certo! Pazienza eterna.)






giovedì 15 aprile 2010

De rerum natura (Capitolo IV) - "Sovrappensiero"


Giovedì 15 aprile 2010

E' giovedì. L'inatteso, insperato, giovedì. Mr. I aveva segnalato questa data X nel nostro ultimo incontro, ma io mi rifiuto ad andare.
Ciononostante sono costretto ad uscire nel pomeriggio per shopping e affari (compleanni in vista...) e al ritorno, mio malgrado, passo per caso davanti allo studio "tanto amato".

Ore 19.23: questa volta sono automunito, perché rientrante da altri lidi. Parcheggio nelle vicinanze dello studio.

Ore 19.24: sento voci provenire dall'interno, monologhi in corso, vittime taciturne. Titubante suono il campanello.

Ore 19.29: dopo cinque minuti di attesa e nervose passeggiati davanti al portone sento aprire la porta. Si affaccia Mr. I, sudaticcio e imbarazzato, che si scusa per avermi lasciato fuori:

Mr. I (porgendomi la mano): Scusa, ero sovrappensiero.

Io (ricambiando il gesto): figurati.

Mr. I (imbarazzato): purtroppo non li ho ancora preparati, questa settimana non ho avuto molto tempo, e allora... Ma penso che li potrai trovare sicuramente la settimana prossima.

Io (sorpreso e affranto) Ah! Beh! Ok! Nessun problema.

Segue energica stretta di mano.

Io (uscendo, tra me e me): !£$%"&/&£(ç°°##@*sù+*()ss??^?W$!



Seguono aggiornamenti.

lunedì 12 aprile 2010

De rerum natura (Capitolo III) - La "nullattesa dei sordomuti"


A meno di venti giorni di distanza, non credevo sinceramente possibile dover riaprire questa nuova rubrica. O almeno lo speravo. Certo, l'esperienza odierna non riserva grosse sorprese, e le previsioni di lunghezza-post non sono le più rosee, ma vale comunque la pena di raccontare brevemente il mio nuovo incontro con Mr. I.


Lunedì 12/04/2010

Ore 15.32: vengono i miei nonni. Dopo qualche chiacchiera, poco prima di andar via, mio nonno tira fuori dal portafoglio una banconota da € 50 e la posa sulla mia mano destra. Ahimé, non era un generoso e improvviso cadeau. La suddetta banconota era da destinarsi al già conosciuto Mr. I, per la quota condominiale di aprile. Brivido. Ovviamente non dovevo necessariamente andarci oggi, ma ho preferito cavar via subito questo pensiero, pertanto qualche ora più tardi mi preparo ad uscire.

Ore 19.00: proprio come l'altra volta! Esco di casa, a mezzo gambe, per dirigermi verso l'ufficio di Mr. I.

Ore 19.03: dopo percorso di metri 220 circa lo vedo sfuggire sulla sua candida Stilo. Non mi ha visto. Ma non demordo. Ho le labbre screpolate e mi serviva un labello. Dunque passeggio a lunghe falcate verso il supermercato più vicino.

Ore 19.06: dopo percorso di metri 200 circa arrivo al supermercato. Perdo un po' di tempo guardando qua e là e, dopo aver preso il labello, pago e vado via.

Ore 19.23: in lontananza scorgo la luce accesa davanti all'ufficio di Mr. I. Poco prima noto la sua grossa sagoma in atteggiamento parlottante con due a me ignoti signori.

Ore 19.24: Breve conversazione tra improvvisati sordomuti.


Io (passandogli davanti): alzo la mano in segno di saluto.

Mr. I (con lo stesso gesto): risponde.

Io (fermandomi a pochi metri): mani in tasca in segno di attesa.

Mr. I (dopo avermi notato): si tocca con l'indice il petto facendomi capire "cerchi me?"

Io (con la testa) sì. E poi, sfregando il pollice con indice e medio gli comunico "devo pagare"

Mr. I (sollevando l'indice) "aspetta un minuto".

Mi fermo davanti alla porta dell'ufficio e inizio a smanettare, nervosamente, il cellulare...

Ore 19.25: controllo l'ora, ma è ancora troppo presto. Lui pasce ancora beatamente con i due ignoti signori.

Ore 19.27: un folle stava per salirmi addosso! Lancio un'occhiata verso Mr. I, il quale notandomi risolleva il suo indice: "un minuto!"

Ore 19.34: passati minuti dieci, con la coda dell'occhio noto la sua grossa sagoma che si dirige lentamente verso di me. Una stretta di mano, un "come va'?", e si entra dentro.

Mr. I (serio): che mese devi pagare?

Io (tranquillo): aprile.

Mr. I (scrivendo la ricevuta): quant'è, 50?

Io (tranquillo): sì.

Mr. I (dopo un breve pensiero): ah, casomai torna in questi giorni che ti ridò l'invito per la riunione, visto che quella è andata a vuoto, non si è fatta...

Io (sorpreso e titubante): ah... ehm... è sa...saltata?

Mr. I (continuando): sì, è stata rimandata.

Io (attonito): ah... ehm... ma non hai l'invito pronto, adesso?

Mr. I (pacifico): no, li devo ancora preparare. Penso che verso giovedì lo troverai.

Io (come sopra, ma di più): ah... ehm... sì... ok... ah... (dopo aver ricordato che oggi è lunedì) ma giovedì... di questa settimana allora?

Mr. I (rassicurante): certo.

Dopodiché mi consegna la ricevuta. Una silenziosa stretta di mano e... via! Clamoroso! Nessun monologo, nessuna congettura, niente. Chissà cosa mi aspettavo, ero partito pieno di timori e invece... aspetta! A meno che... a me...meno che... ah, ecco! Dovrò tornare giovedì! Ecco dove stava la fregatura...
Quindi dopo essermi sorbito quell'ora di monologo 19 giorni fa... dovrò rischiare ancora!

Seguirà ulteriore resoconto. Magari, nel frattempo, mi toccherà studiare un po' in vista del prossimo incontro. Non si sa mai...


mercoledì 24 marzo 2010

De rerum natura (Capitolo II) - "José Calamé"


PREMESSA

Il sottoscritto non si riterrà responsabile delle eventuali conseguenze causate agli eventuali 2-3 malcapitati che si accingeranno a leggere le prossime righe da qui in avanti. Possibili catastrofi ed eventuali suicidi di massa non saranno rimborsabili né imputabili alla mia medesima persona in nessun modo. Si rimanda ad eventuali e ripetute sedute di analisi per i disturbi conseguiti alla lettura di questo trattato. Ogni protesta pervenuta, sia essa un commento, una mail, una cartacea missiva, un piccione viaggiatore, un segnale di fumo, un messaggio telepatico, un proiettile in busta, una saetta di Zeus, varie ed eventuali, sarà cestinata immediatamente.


Martedì 23/03/2010

Ore 19.54: giungo sul luogo di lavoro della mia ragazza, ancora in stato catatonico. Mi viene intimato di smettere di fare il cretino e di togliere quell'espressione da ebete dal viso. Ma prontamente, con fare da autistico, rispondo che in quello stato ci sono davvero e balbetto qualche parola esplicativa su ciò che mi è appena successo.

Ore 19.58: parzialmente ripreso inizio a conversare con la mia ragazza su altri avvenimenti della giornata, tra i quali il resoconto di una clamorosa telefonata ricevuta la mattina.

Ore 20.00: entra una collega della mia ragazza che da questo momento chiameremo col nome di fantasia Miss S.

Ore 20.00 (e 50 secondi): dopo saluti e convenevoli inizia una discussione a 3 su argomenti di natura più o meno frivola, dalle merende pomeridiane ai grissini, dalla nutella ai prossimi matrimoni, da futuri acquisti a scollature improponibili, di doti fisiche e di sederi prorompenti, di seni naturali e di décolleté farlocchi, di Pirati dei Caraibi 4 e di mostri marini alternativi... (nel frattempo è entrata una quarta persona, un giovane che per motivi di riservatezza chiameremo Mr. L.

Ore 20.08: ormai stanco della scarsa profondità intellettuale dei precedenti discorsi decido di sventolare un po' l'invito cartaceo che continuavo a recare nella sinistra. Miss S, incuriosita, mi chiede cosa fosse. Io, brevemente, le dico di che si tratta, ma, ahimè, non riesco a non citare le peripezie che ho dovuto affrontare per ottenere quell'inutile cartaccia. Dopo aver elencato alcuni dei molteplici argomenti di cui prima, vengo fermato, con ingenua curiosità alla citazione "Santo Graal". Mi viene chiesto: "Cos'è il Santo Graal". Un po' allibito dico: "prego?". Domanda ripetuta, con invariata, infantile, cadenza. Brevemente cerco di dare una definizione, ma poco prima Mr. L spara la sua supposizione con risoluta certezza: "E' un santo, no?". Risate strozzate.

Ore 20.11: Dopo aver chiarito finalmente in termini poverissimi che cosa fosse il Graal (tralasciando ovviamente etimologie ed altre interpretazioni, per evitare ulteriori turbamenti psichici agli astanti, mia woman esclusa ovviamente...) vengo fermato con ulteriori domande che aprono un dibattito su un nuovo concetto, nuovo all'interno della serata s'intende: la Trinità. Perché e com'è possibile che Gesù e Dio siano la stessa persona (Spirito Santo ovviamente relegato al ruolo di terzo incomodo). Io cerco di uscire dall'eventuale polverone che sarebbe potuto scoppiare tentando ipotetiche spiegazioni e dico brevemente: "O ci credi o non ci credi. Nessuna spiegazione". E Miss S. (incalzante): "Sì, ma perché Gesù diceva sulla croce Padre, perché mi hai abbandonato?". Ed io: "parlava da solo, con se stesso". E lei: "Sì, ma come diceva? ...José José... Sbigottimento generale, o meglio. Sbigottimento mio e della mia metà. Mr. L guarda inespressivo. Parte la ridarola.
Inutilmente cito le testuali parole: Eloi Eloi Lama Sabachthani. Dopodiché racconto la barzelletta chiambrettiana sul più famoso José dell'attualità, il mio caro Mourinho. "Qual'è la differenza tra Mourinho e Dio? Dio non si è mai sentito Mourinho".

Ore 20.15: La discussione continua, tra risatine e sproloqui, finché Miss S, torna ingenuamente a chiedere: "Com'erano allora le parole? Calamé calamé...?" Ridarola generale e forte mista a sbigottimento e senso di inutilità. Come preso da follia fulminante inizio a correre a schiena china intorno alla stanza. Quasi una danza liberatoria, atta a liberarmi da quelle minchiate. In quel momento parte in me una strana consapevolezza: dovevo scrivere tutto. Dico che quelle appena sentite stavano senz'altro nella Top 3 delle più grandi minchiate sentite in vita mia. L'inutile Mr. L, cercando momenti di gloria, mi consiglia di scrivere un'intera enciclopedia, anziché un misero libro. Gioventù bruciata.

Ore 20.20: saluto tutti ed esco da quel luogo formativo. La follia riesce comunque ad ispirarmi e pertanto comincio a meditare sulle parole da scrivere da lì a poco.

Ore 20.23: sulla strada del ritorno mi chiedo se immortalare le assurdità appena vissute sia cosa buona e giusta. Alla fine assalito da infinita voglia di scrittura opto per il sì.


Ore 20.48: giunto a casa, dopo aver sbrigato altre cosette che non val la pena di citare, mi siedo ed inizio a ricordare, raccontare, scrivere...



martedì 23 marzo 2010

De rerum natura (Capitolo I) - "Monologorrea"


PREMESSA

Il sottoscritto non si riterrà responsabile delle eventuali conseguenze causate agli eventuali 2-3 malcapitati che si accingeranno a leggere le prossime righe da qui in avanti. Possibili catastrofi ed eventuali suicidi di massa non saranno rimborsabili né imputabili alla mia medesima persona in nessun modo. Si rimanda ad eventuali e ripetute sedute di analisi per i disturbi conseguiti alla lettura di questo trattato. Ogni protesta pervenuta, sia essa un commento, una mail, una cartacea missiva, un piccione viaggiatore, un segnale di fumo, un messaggio telepatico, un proiettile in busta, una saetta di Zeus, varie ed eventuali, sarà cestinata immediatamente.


Lunedì 22/03/2010

Ore 21.08: Esco la mia utilitaria dal garage per andare a prendere la mia ragazza all'uscita dal lavoro.
Ore 21.10: Parcheggio. Mi accingo a scendere dalla macchina quando vengo fermato dal consulente condominiale dei miei nonni, il quale mi esorta ad andarlo a trovare l'indomani pomeriggio per ricevere un invito in forma cartacea da recapitare ai suddetti. Tale invito si riferirebbe ad una futura riunione di cui non mi interessa né vi riguarda il motivo. Dopo un mio cenno di conferma, previo grugnito di rammarico per l'incontro in-disiato, stretta di mano e saluti finali.
Il resto della serata non serve al racconto e al prosieguo della storia.

Martedì 23/03/2010

Ore 19.00: Esco di casa, a mezzo gambe, per dirigermi verso l'ufficio del succitato consulente.Ore 19.03: Dopo percorso di metri 220 circa, lo incontro davanti al portone, impegnato in tranquilla conversazione con anonimo tizio. Pensando di poter disbrigare la mia pratica in pochi secondi, come del resto doveva essere, interrompo con garbo la discussione per chiedere il cartaceo invito. Il consulente, che d'ora in poi chiameremo col nome di fantasia Mr. I, mi chiede di pazientare qualche istante e di accomodarmi in ufficio. Siedo, mordo il labbro inferiore, esco il cellulare dalla tasca e inizio a scorrere nervosamente la rubrica, passatempo insolito ma pur sempre valido. Il tutto condito da un picchettio cadenzato della mia scarpa destra.
Ore 19.12: Mr. I ha concluso la sua discussione con l'anonimo tizio, entra in ufficio e mi chiede se ho aspettato pazientemente o impazientemente. Mio cenno di risposta con smorfia di forzata condiscendenza.
Ore 19.13 (e 12 secondi): firmo un elenco che attesta il ricevimento dell'invito, ritiro il fascicolo e mi accingo ad uscire.
Ore 19.13 (e 47 secondi): vengo fermato da Mr. I con domanda riguardante il mio looksimilnazareno:

Mr. I (sorridente): "Quest'anno devi fare qualche via Crucis o qualcosa di simile?"
Io (esaustivo): "No, è il mio normale look quotidiano"
Mr. I (compiaciuto): "Mah, secondo me non avresti bisogno di trucco per farla eventualmente".
Io (evasivo): "Già, ma ormai non viene organizzata da diversi anni".
Mr. I (insistente): "Secondo me se ti presentassi così combinato a R. (cittadina a pochi chilometri dal villaggio in cui vivo, dove si organizza da molti anni una tradizionale via Crucis drammatizzata) ti prenderebbero subito.
Io (sdrammatizzante): "Beh, non sarei interessato. Ho assistito qualche volta ma non mi è mai piaciuta. Non si recita dal vivo, bensì in playback. Pertanto non farei mai una cosa del genere.
Mr. I (incuriosito): "No, io non lo mai vista".
Io (convincente): "Non hai perso niente".


Ore 19.14: Dopo tale dialogo, parole più o meno fedeli all'originale, io mi dirigo verso la porta, mi fermo sull'uscio e porgo la mano in segno di civile saluto. Ma ecco, proprio in quel breve istante inizia il nucleo centrale di questa disquisizione: un lungo, interminabile, inafferrabile monologo tuttologico, intervallato soltanto da qualche mia espressione d'imbarazzo, qualche cenno con la testa, qualche grugnito qua e là, qualche "sì hai ragione", qualche "certo, è così", qualche "mah, chi lo sa", qualche "se" e qualche "bah", una signora che consegna una busta e lo interrompe per minuti 1,5, qualche movimento della testa verso le macchine che passavano, qualche sguardo all'invito che recavo nella sinistra, qualche stropicciamento di tale prodotto cartaceo, qualche nonricordopiù... insomma il tutto mentre venivano monologati e toccati (con maggiori o minori approfondimente) i seguenti argomenti:


religione; Dio; umanità; superstizione; credenze popolari; esistenza o meno di divinità o entità superiore; confronto tra Ebraismo e Cattolicesimo; Gesù Cristo; presunto matrimonio di Gesù Cristo; il presunto celibato di Gesù Cristo; i rabbini; matrimonio nella cultura ebraica; i tratti somatici del Cristo; l'iconografia del Cristo; tradizione orale; tradizione figurativa; fede; misteri della fede; dogmi (non nominati propriamente ma argomentati); ateismo (non nominato propriamente ma argomentato); agnosticismo (non nominato propriamente ma argomentato); miracoli; Lourdes; i Santi; suggestione; potere della mente; corpo umano; dimostrazioni scientifiche; dimostrazioni dell'indimostrabile; entropia; Scientology (non nominato propriamente ma argomentato); quantità di esseri umani sulla terra; reperti archeologici; studi sulle sacre scritture; vangeli apocrifi; Leonardo da Vinci; Leonardo architetto; Leonardo medico; Leonardo pittore; Leonardo scienziato; Leonardo e la sua famiglia; Leonardo e i rapporti sociali; la solitudine di Leonardo; studiosi di Leonardo; Leonardo inventore; Leonardo profeta; Leonardo massone; il panettiere sotto casa (di ipotetico nome Leonardo); massoneria; esoterismo; libri su argomenti massonici; Templari (non nominati propriamente ma argomentati); Santo Graal; speculazioni sul Santo Graal; apocalisse (non nominata propriamente ma argomentata); fine del mondo; morte; Margherita Hack; il 2012; i maya; relativismo (non nominato propriamente ma argomentato); relativismo etico (non nominato propriamente ma argomentato); relativismo gnoseologico (non nominato propriamente ma argomentato); speculazione libraria; speculazione cinematografica; extraterrestri; Area 51; preistoria; zoologia; dinosauri; draghi; balene; mostri marini; calamari giganti; piovre; gli abissi; paleontologia; archeologia; Tsunami; Maldive; terremoti, preistoria delle Maldive; Obama; il presidente degli Stati Uniti 30000 anni fa; bunker; catastrofi; catastrofismo, distruzione del pianeta; preservazione delle specie viventi; specie in via d'estinzione; eventuali superstiti; impossibilità di annientamento dell'umanità; ripopolazione del mondo; ritorno allo stato di natura (non nominato propriamente ma argomentato); dèi; uomini primitivi; 2000-2500 anni fa; panteismo; trasmissioni televisive; gli atomi; scissione molecolare; il dito indice; le cellule; la morte e riproduzione delle cellule; la riproduzione; lo spazio; i solidi; il movimento; fantascienza; vita alternativa su altre galassie; Berlusconi; rifugi antiatomici; energia nucleare; astronomia; astrofisica; astrologia...


...ed altre castronerie che probabilmente non ricordo o che ricordo solo in parte. Il tutto, dunque, in poco più di mezzora. Il monologo spaziava da un argomento all'altro senza il minimo collegamento, nesso logico e, qualche volta (ahimè), senza congiunzioni.

Ore 19.48: Prima stretta di mano, dopo la quale Mr. I dice che è sempre disposto a parlare di tutto, che ama chiaccherare di simili argomenti e che quando ho voglia di parlarne lui è sempre lì. Io, quasi sbigottito per il prossimo allontanamento, balbetto qualche "", qualche "beh", qualche "ma", qualche "certo", qualche "chissà", qualche "vedremo", qualche "c'èchisenefottedituttoquestoevivemeglio"... quando vengo prontamente interrotto e qui riprende un nuovo monologo, strettamente legato al primo, anzi riassuntivo di tutti i precedenti argomenti, per la durata di minuti tre.

Ore 19.51: seconda e improvvisa e, soprattutto, definitiva stretta di mano con successive scuse per l'eventuale tempo perduto ad ascoltare e l'ipotetica noia prodotta dalle precedenti parole. Grugniti, smorfie, sguardo inebetito e attonito... e porta chiusa.

Ore 19.51 (e 57 secondi): mi ritrovo per qualche istante ancora dietro la porta chiusa, finché i miei arti si rendono conto dell'improvvisa e insperata libertà di movimento e decidono di dare impulso alla partenza.

Ore 19.52: cammino, in stato catatonico, verso la seconda (ma più breve) avventura di questa mite serata primaverile.


Al prossimo capitolo.