lunedì 22 marzo 2010

A volte ritorno...

Una telefonata. Improvvisa, inaspettata, telefonata. In un momento un po' così, un po' per salute sempre calante, un po' per umore sempre cadente. E poi inizia il tour de force, una maratona lunga due settimane. Due giorni di prove e di nuovo in scena, sì. Di nuovo. Non accadeva da oltre un anno, da quell'addio voluto e dovuto per non svendere la mia arte. Un'astinenza ai limiti dell'insopportabile. Mi sentivo quasi un neofita, ma ho superato, brillantemente, la prova. Di nuovo in scena, per sette volte. Sette volte in 5 giorni, non consecutivi. Due week-end faticosi ma gratificanti. Un'overdose. Tanta stanchezza il day after, ma anche nostalgia. Quando ricapiterà? Quando diventerà qualcosa di definitivo? Quando smetterò di essere un freelance a tempo vuoto? Quanta emozione nel sentire un'altra volta le tavole sotto piedi. E poi l'odore polveroso del sipario, l'adrenalina dietro le quinte, le sbirciate attraverso gli spazi tra le scene, gli applausi e le risate, gli sguardi addosso e il calore dei riflettori. Sette volte. La mia ex compagnia mi portò in scena dieci volte in due anni e mezzo. Solo dieci. Adesso sette volte in cinque giorni e comunque nell'arco di due settimane. Bella differenza. E bella differenza di pubblico tra la città e la provincia. Tutta un'altra storia, che aspetto di ripetere al più presto. Magari per più di sette volte. E magari per oltre due settimane.

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