Il mio biglietto autografato da Loreena McKennitt a fine serata.
Finalmente l'evento che ho atteso ben 14 anni è arrivato. Ho potuto assistere per la prima volta a un concerto di una delle cantanti che più ascolto, che più amo, che più...PIU'! Loreena McKennitt è sbarcata ieri sera al Teatro Antico di Taormina, primo evento musicale del programma Taormina Arte 2009. Il rischio che tutto finisse in un incubo si 'è presentato fin dal mattino: un'ondata di maltempo ha colpito la costiera ionica siciliana, rischiando di vanificare l'attesa dei fans. Ma in prima serata il cielo ha lanciato messaggi positivi e ha annunciato di non voler perdere un simile avvenimento. Un concerto che in più momenti ha sfiorato (e sforato) i limiti del sublime, grazie all'eclettica musica dell'artista canadese, capace di mescolare sound e culture diverse in un unico mix a base celtica. Sul palco insieme a lei una band di prim'ordine, che vanta artisti internazionali e poliedrici come il grande violinista Hugh Marsh, la splendida e coreografica violoncellista Caroline Lavelle, il chitarrista Bryan Hughes, e poi Ben Grossman all'hurdy gurdy, il batterista Clive Deamer, il bassista Simon Edwards e Stratis Psaradellis alla lira e al liuto greco. Uno spettacolo incredibile, atmosfere surreali, tutte capitanate dalla voce onirica di Loreena e dall'inseparabile arpa. Curiosità anche per i diversi strumenti portati sul palco dai musicisti, una rarità dalle nostre parti: su tutti il succitato hurdy gurdy, il bouzouki celtico, la lira, l'oud.
Tutto ciò insieme alle scenografie impareggiabili del Teatro antico hanno reso i meravigliosi brani più suggestivi che mai. Un caleidoscopio di emozioni iniziato intorno alle 21.45 e conclusosi poco prima delle 23.25. Una scaletta ben costruita che ha compreso diversi brani dell'ultimo album di inediti An ancient muse, più alcuni tra i maggiori successi: apertura sommessa con la splendida She Moved Through The Fair, tratta dall'album di esordio Elemental, che già lasciava presagire l'atmosfera sognante in cui saremmo andati a finire; dopodiché via via si è passati per The Gates of Istanbul, The Mummer's Dance, Bonny Portmore, Marco Polo, The Bonny Swans, Caravanserai, The Mystic's Dream, Santiago, The Lady of Shalott, The Old Ways, Never-Ending Road (Amhrán Duit); dimentico, credo, qualche titolo, a questi però aggiungo la splendida esecuzione di Dante's Prayer, la mia canzone preferita in assoluto, e Penelope's Song, con cui ha concluso la splendida serata.
Brividi (e non solo per la fresca serata). Ma finita la musica ad attendere il pubblico c'era un'altra, graditissima, sorpresa per i circa 3000 mila fans accorsi all'evento da diverse parti d'Italia e non solo. La simpaticissima e disponibilissima Loreena, verso mezzanotte, è uscita da dietro le quinte per salutare e discutere con i pochi rimasti, firmare autografi, e concedere tanti scatti. Personalmente sono riuscito a farmi scattare ben 4 foto insieme a lei, che custodirò gelosamente in saecula saeculorum.
Come ho detto prima ho atteso ben 14 anni prima di poterla ammirare dal vivo, ma l'attesa alla fine ha pagato. Ascolto Loreena McKennitt dal lontano 1995, quando fu invitata come ospite straniero al Festival di Sanremo di quell'anno. In dormiveglia, dopo una serie di sciatterie tipiche sanremesi, ho sentito a tarda ora il brano The Bonny Swans che mi rimase in testa a lungo. Successivamente, durante una vacanza in Francia, potei ascoltare gli altri brani degli album fino a quel momento pubblicati, grazie a una tecnologia fonica che ancora qui non ho mai visto. In un centro commerciale (forse Carrefour, questo purtroppo non lo ricordo...), nel reparto MUSICA c'era un sistema con fotocellula che permetteva, previo l'accostamento del codice a barre sul CD, di ascoltare tutta la tracklist. E fu subito amore! Un amore duraturo, a quanto pare, visto il principio di lacrime che ieri sera ha corrugato le mie gote all'ascolto di alcuni brani. Una gioia incontenibile che solo adesso, frammentariamente, sto riuscendo a raccontare. E perdonatemi se la scrittura a volte può risultare sovreccitata, ma certe emozioni a volte sono difficili da trattenere. La voce celtica riesce a penetrare la mia scorza emotiva, come pochissime cose ormai. Cosa chiedere di più?
La mia posizione da "fiume in piena" mi porterebbe a descrivere ancora e ancora le mille sensazioni che mi hanno investito durante l'intera serata, ma il rischio di prolissità incombe con la sua ombra malefica. Pertanto affido tutto me stesso alle parole alquanto più incisive del "fratellino" Alex, che sapra meglio illustrarvi il mio "piacere impiacentito" qui e qui!
P.S. : Le visioni incantevoli da me slusciate sono state un tantino diverse...