"How happy is the blameless vestal's lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each prayer accepted, and each wish resigned."
Alexander Pope
Io adoro le piccole cose. Potrei vivere di piccoli gesti, piccoli momenti accaduti per caso. Si insediano nella mia memoria, in minuscole intercapedini del mio cervello, andando ad alimentare quella enorme fiamma che tiene in vita i miei ricordi. Io vivo ricordando. Ogni attimo della mia vita, anche quello più nuovo, è pregno di qualcosa che è già accaduto. Respiro, cammino, parlo, soltanto perché ricordo come si fa. Tutto si muove, parte, si nutre da uno o più ricordi precedenti. Senza non sarei.
Io adoro i piccoli regali, soprattutto quelli fatti senza motivo né ricorrenza. Potreste dire che non sono l'unico (ovvio), che non dico nulla di nuovo, ma non conosco altro modo per comunicarlo. Forse potrei dire che adoro essere sorpreso, ma non credo che quest'espressione mi renderebbe ai vostri occhi ignoti più originale. Mi accontento allora della banale espressione precedente, cioè che adoro i piccoli regali. E me ne infischio di cosa pensiate in proposito, tanto voi non esistete e chi vi scrive neppure, se non nei suoi stessi ricordi. Io esisto in quanto ricordo di me stesso. Recordor ergo sum, se i miei lacunosi ricordi di latino sono ancora capaci di ri-comporre qualcosa. Per me è una cosa rara ricevere uno di quei piccoli regali. Escluse le ricorrenze (compleanni, feste e altre amene banalità...) nessuno, di solito, riesce (né prova...) a sorprendermi. Pertanto sono costretto a far tutto da solo e vado in cerca della sorpresa nel caso. Ieri, 8 gennaio 2009, sono uscito per la prima volta dalle mie quattro mura in questo nuovo anno. O meglio, ho superato per la prima volta i 30 km di distanza dalle mie quattro mura in questo nuovo anno. Avevo qualche soldino da buttare (o da investire, dipende dai punti di vista...) viste le recenti festività natalizie e la prima cosa da acquistare in un momento di confusione/scazzo post anno passato è un libro, un Dvd, un CD...o tutte e tre le cose...o tre cose di ognuna. Ecco, scelgo quest'opzione. Primo e unico negozio visitato ieri: la Ricordi Mediastore più vicina. Ogni volta che entro cerco sempre grandi affari. E vi assicuro che su questo punto raramente commetto errori. Le promozioni sono talmente tante da mandare in confusione anche la mente più decisa. Figuriamoci la mia, zeppa di melma, vaghi pensieri senza radice e ricordi senza passato. Frugo in tutti gli scaffali, alla ricerca dell'Arca Perduta. No, non il relativo film di Indiana Jones, ma qualcosa che valga davvero la pena di acquistare. Trovo e scarto le più svariate opzioni, da Provaci ancora, Sam a Surrealistic Pillow, da Non al denaro, non all'amore né al cielo (ebbene sì, lo adoro pur non possedendone il CD!) ad Amadeus (ho solo la VHS...), tutte offerte interessanti ed economicamente convenienti. Alla fine trovo la triade meravigliosa: un tris del mio amato-mito (o amito-mato...) Kubrick, del quale ho visto tutto, (o quasi) ma del quale la mia videoteca è alquanto povera (possiedo soltanto il Dvd di Barry Lyndon). Innanzi tutto trovo per caso Fear and Desire, primo lungometraggio del grande regista americano, che egli stesso, completamente insoddisfatto, provvide a far sparire dalla circolazione. Ebbene, me lo sono ritrovato lì davanti, tutto solo (era rimasta l'ultima copia...), un film così raro, potevo non comprarlo? E poco importa se lo stesso padre l'ha rinnegato. E' opera di Kubrick e va vista! Dunque...lo prendo! Prezzo: € 9.90 (risparmio solo 9 cent sul prezzo originale). Seconda scelta: Arancia Meccanica. Uno dei capolavori (sarebbe difficile dire quali sono i non-capolavori), nonché uno dei film che preferisco in assoluto e che rivedo periodicamente con immutato interesse. Questo sì che è stato un vero affare, visto che è un doppio Dvd con diversi contenuti speciali tra cui una lunga e divertente intervista al geniale diabolico protagonista, Malcolm McDowell. Prezzo: €10,90 (risparmio ben € 14,90 sul prezzo originale!). La terza scelta era ricaduta sul film dei film, l'eterno 2001: Odissea nello spazio. Altro affarone, altro doppio Dvd a € 10,90, ma purtroppo... mancante. O meglio il computer segnalava ai commessi che era rimasta l'ultima copia. Fatto sta che sta copia era introvabile, sia in magazzino, che nei vari scaffali. Perduto. Ahimè, con somma mestizia stavo per accingermi a pagare quel che avevo già preso. Ma ormai mi sembrava ingiusto non completare la triade, e quindi mi rimetto alla ricerca! Avrei pur trovato qualcos'altro, no? Non convinto delle opzioni vagliate in precedenza, scavo più a fondo, con la speranza di trovar la folgorazione. E alla fine, sotto la lettera S, eccola: Eternal sunshine of the spotless mind. Film di Michel Gondry, uscito nel 2004 ma visto circa due anni fa. Un film che mi ha folgorato. Ne avevo sentito parlare bene, soprattutto in ambiente universitario, e avevo anche letto diverse recensioni negative. Ma quando lo vidi fu subito amore. Malauguratamente l'ho trovato sotto la lettera S, come ho già detto, nonostante il suo posto doveva essere sotto la lettera E. Ma qualche pseudotraduttore italiano ha avuto la felice idea di stravolgere il titolo originale (una bellissima frase di Pope citata all'inizio di questo post, che significa letteralmente "l'infinita letizia della mente candida"), in un assurdo Se mi lasci ti cancello, capace di banalizzare e stereotipare (degradandolo alla categoria di commedia romantica, pur non avendo nulla di comico) un film che di banale non ha nulla, che ti sconvolge e sorprende dall'inizio alla fine e che... guardatelo e lo scoprirete da soli! Inoltre, anche qui, c'era un secondo Dvd pieno zeppo di contenuti speciali... anche qui alla modica cifra di € 9.90! Non potevo farmelo sfuggire. Lo afferro, corro verso la cassa ma... sento uno strano rumore. Scuoto la scatola, qualcosa come un rumore di frammenti rimbomba nelle mie orecchie. Nooo. Forse l'avrei preso comunque, ma sostituirlo sarebbe stato senze dubbio meglio. E cerco ancora, disperatamente, sotto la S, la E, tutte le lettere del mondo. Nello scaffale Promozioni era l'unica copia rimasta. Insoddisfatto corro verso gli altri scaffali e, alla fine, in fondo alla S (anche stavolta...) trovo una confezione immacolata. Finalmente posso correre alla cassa soddisfatto dell'impresa: € 30,70 e l'affare è fatto.
Oggi, come d'abitudine, ho controllato i tre acquisti onde evitare di accorgermi troppo tardi di eventuali difetti di fabbrica. Tutto perfettamente funzionante. La terza prova però, mi condanna ad una visione completa. Eternal sunshine of the spotless mind fin dalle prime battute mi ricattura e mi reincolla davanti allo schermo. Fuori pioveva a dirotto. Dentro di me, anche ("Il pleure dans mon coeur/Comme il pleut sur la ville;/Quelle est cette langueur/Qui pénètre mon coeur?" direbbe Verlaine). Quale migliore visione, dunque? L'ho apprezzato più della prima volta, anche se la compagnia era del tutto diversa. Oggi ero solo. Ma poco male, ho sentito lo stesso quel richiamo interiore e quella particolare attrazione che mi fa sentire parte della pellicola. Joel Barish, il timido e malinconico protagonista, interpretato da un grande Jim Carrey, e un mio alter ego. Uno di quei personaggi in cui mi rivedo quasi totalmente, almeno per qualche lato della mia multiforme e incomprensibile personalità. E anche la storia, per quanto assurda e paradossale, la sento per molti tratti mia. Mi immagino correre come un forsennato all'interno della mia mente, alla ricerca di quei ricordi più reconditi, per celarmi agli occhi e alle cesoie dei "resettacervelli". Mi immagino anche a Boston, sdraiato sulla superficie gelata del fiume Charles, ad inventare nuove costellazioni. Mi immagino triste e confuso in quella stazione, ad aspettare un treno per Montauk, senza sapere perché. Sono io. Piango nel passato per fuggire il presente. Il futuro non esiste.
Il film ha però avuto riscontri altalenanti presso il grande pubblico. Non esistono mezze misure, o si ama o si odia. Anche i critici si sono divisi a metà, tra sostenitori del "capolavoro" e chi ne ha denigrato la frammentarietà e il carattere anacronistico e irreale. Scrisse in proposito, sul Corriere della Sera, Tullio Kezich "il comune spettatore propende per la stupidità e il critico raffinato è folgorato dal brivido dell'intelligenza". Io mi schiero tra questi ultimi, e voi?
Ah, i ricordi. A volte faremmo di tutto per cancellare quelli che continuano a farci del male. Ma anche quella negatività fa parte di noi, che ci piaccia o no. E non saremmo quello che siamo adesso, senza di essa. Io non riesco a farne a meno, anche fisicamente. Fin da piccolo ho avuto l'abitudine di conservare tutto, o quasi. Beh, non proprio tutto, ma di sicuro tutto quello che avrebbe potuto suscitarmi in futuro un particolare ricordo. Ancora oggi mantengo questa abitudine, anche se per motivi di spazio sono stato costretto a limitarmi all'essenziale, onde evitare che l'abbondanza di ricordi mi cacci via dalla mia stessa casa. Però continuo a conservare tante cose per altri banali, come i biglietti di cinema, teatro, concerti, mostre, oppure gli scontrini degli acquisti più particolari, soprattutto quelli fatti in viaggio. Conservo scatole, buste, bottiglie, biglietti e "pizzini" vari, che per molti sarebbero ordinaria spazzatura. A volte li seppellisco in angoli nascosti della mia camera, ma essi dopo anni riemergono, riportando alla mia mente le sensazioni più svariate: nostalgia, rabbia, delusione, divertimento. Non riesco a farne a meno, è più forte di me. Sarà senz'altro una forma di perversione e se conosceste una cura vi invito a lasciare un commento. Conserverò anche quello.
Io adoro le piccole cose. Potrei vivere di piccoli gesti, piccoli momenti accaduti per caso. Si insediano nella mia memoria, in minuscole intercapedini del mio cervello, andando ad alimentare quella enorme fiamma che tiene in vita i miei ricordi. Io vivo ricordando. Ogni attimo della mia vita, anche quello più nuovo, è pregno di qualcosa che è già accaduto. Respiro, cammino, parlo, soltanto perché ricordo come si fa. Tutto si muove, parte, si nutre da uno o più ricordi precedenti. Senza non sarei.
Io adoro i piccoli regali, soprattutto quelli fatti senza motivo né ricorrenza. Potreste dire che non sono l'unico (ovvio), che non dico nulla di nuovo, ma non conosco altro modo per comunicarlo. Forse potrei dire che adoro essere sorpreso, ma non credo che quest'espressione mi renderebbe ai vostri occhi ignoti più originale. Mi accontento allora della banale espressione precedente, cioè che adoro i piccoli regali. E me ne infischio di cosa pensiate in proposito, tanto voi non esistete e chi vi scrive neppure, se non nei suoi stessi ricordi. Io esisto in quanto ricordo di me stesso. Recordor ergo sum, se i miei lacunosi ricordi di latino sono ancora capaci di ri-comporre qualcosa. Per me è una cosa rara ricevere uno di quei piccoli regali. Escluse le ricorrenze (compleanni, feste e altre amene banalità...) nessuno, di solito, riesce (né prova...) a sorprendermi. Pertanto sono costretto a far tutto da solo e vado in cerca della sorpresa nel caso. Ieri, 8 gennaio 2009, sono uscito per la prima volta dalle mie quattro mura in questo nuovo anno. O meglio, ho superato per la prima volta i 30 km di distanza dalle mie quattro mura in questo nuovo anno. Avevo qualche soldino da buttare (o da investire, dipende dai punti di vista...) viste le recenti festività natalizie e la prima cosa da acquistare in un momento di confusione/scazzo post anno passato è un libro, un Dvd, un CD...o tutte e tre le cose...o tre cose di ognuna. Ecco, scelgo quest'opzione. Primo e unico negozio visitato ieri: la Ricordi Mediastore più vicina. Ogni volta che entro cerco sempre grandi affari. E vi assicuro che su questo punto raramente commetto errori. Le promozioni sono talmente tante da mandare in confusione anche la mente più decisa. Figuriamoci la mia, zeppa di melma, vaghi pensieri senza radice e ricordi senza passato. Frugo in tutti gli scaffali, alla ricerca dell'Arca Perduta. No, non il relativo film di Indiana Jones, ma qualcosa che valga davvero la pena di acquistare. Trovo e scarto le più svariate opzioni, da Provaci ancora, Sam a Surrealistic Pillow, da Non al denaro, non all'amore né al cielo (ebbene sì, lo adoro pur non possedendone il CD!) ad Amadeus (ho solo la VHS...), tutte offerte interessanti ed economicamente convenienti. Alla fine trovo la triade meravigliosa: un tris del mio amato-mito (o amito-mato...) Kubrick, del quale ho visto tutto, (o quasi) ma del quale la mia videoteca è alquanto povera (possiedo soltanto il Dvd di Barry Lyndon). Innanzi tutto trovo per caso Fear and Desire, primo lungometraggio del grande regista americano, che egli stesso, completamente insoddisfatto, provvide a far sparire dalla circolazione. Ebbene, me lo sono ritrovato lì davanti, tutto solo (era rimasta l'ultima copia...), un film così raro, potevo non comprarlo? E poco importa se lo stesso padre l'ha rinnegato. E' opera di Kubrick e va vista! Dunque...lo prendo! Prezzo: € 9.90 (risparmio solo 9 cent sul prezzo originale). Seconda scelta: Arancia Meccanica. Uno dei capolavori (sarebbe difficile dire quali sono i non-capolavori), nonché uno dei film che preferisco in assoluto e che rivedo periodicamente con immutato interesse. Questo sì che è stato un vero affare, visto che è un doppio Dvd con diversi contenuti speciali tra cui una lunga e divertente intervista al geniale diabolico protagonista, Malcolm McDowell. Prezzo: €10,90 (risparmio ben € 14,90 sul prezzo originale!). La terza scelta era ricaduta sul film dei film, l'eterno 2001: Odissea nello spazio. Altro affarone, altro doppio Dvd a € 10,90, ma purtroppo... mancante. O meglio il computer segnalava ai commessi che era rimasta l'ultima copia. Fatto sta che sta copia era introvabile, sia in magazzino, che nei vari scaffali. Perduto. Ahimè, con somma mestizia stavo per accingermi a pagare quel che avevo già preso. Ma ormai mi sembrava ingiusto non completare la triade, e quindi mi rimetto alla ricerca! Avrei pur trovato qualcos'altro, no? Non convinto delle opzioni vagliate in precedenza, scavo più a fondo, con la speranza di trovar la folgorazione. E alla fine, sotto la lettera S, eccola: Eternal sunshine of the spotless mind. Film di Michel Gondry, uscito nel 2004 ma visto circa due anni fa. Un film che mi ha folgorato. Ne avevo sentito parlare bene, soprattutto in ambiente universitario, e avevo anche letto diverse recensioni negative. Ma quando lo vidi fu subito amore. Malauguratamente l'ho trovato sotto la lettera S, come ho già detto, nonostante il suo posto doveva essere sotto la lettera E. Ma qualche pseudotraduttore italiano ha avuto la felice idea di stravolgere il titolo originale (una bellissima frase di Pope citata all'inizio di questo post, che significa letteralmente "l'infinita letizia della mente candida"), in un assurdo Se mi lasci ti cancello, capace di banalizzare e stereotipare (degradandolo alla categoria di commedia romantica, pur non avendo nulla di comico) un film che di banale non ha nulla, che ti sconvolge e sorprende dall'inizio alla fine e che... guardatelo e lo scoprirete da soli! Inoltre, anche qui, c'era un secondo Dvd pieno zeppo di contenuti speciali... anche qui alla modica cifra di € 9.90! Non potevo farmelo sfuggire. Lo afferro, corro verso la cassa ma... sento uno strano rumore. Scuoto la scatola, qualcosa come un rumore di frammenti rimbomba nelle mie orecchie. Nooo. Forse l'avrei preso comunque, ma sostituirlo sarebbe stato senze dubbio meglio. E cerco ancora, disperatamente, sotto la S, la E, tutte le lettere del mondo. Nello scaffale Promozioni era l'unica copia rimasta. Insoddisfatto corro verso gli altri scaffali e, alla fine, in fondo alla S (anche stavolta...) trovo una confezione immacolata. Finalmente posso correre alla cassa soddisfatto dell'impresa: € 30,70 e l'affare è fatto.
Oggi, come d'abitudine, ho controllato i tre acquisti onde evitare di accorgermi troppo tardi di eventuali difetti di fabbrica. Tutto perfettamente funzionante. La terza prova però, mi condanna ad una visione completa. Eternal sunshine of the spotless mind fin dalle prime battute mi ricattura e mi reincolla davanti allo schermo. Fuori pioveva a dirotto. Dentro di me, anche ("Il pleure dans mon coeur/Comme il pleut sur la ville;/Quelle est cette langueur/Qui pénètre mon coeur?" direbbe Verlaine). Quale migliore visione, dunque? L'ho apprezzato più della prima volta, anche se la compagnia era del tutto diversa. Oggi ero solo. Ma poco male, ho sentito lo stesso quel richiamo interiore e quella particolare attrazione che mi fa sentire parte della pellicola. Joel Barish, il timido e malinconico protagonista, interpretato da un grande Jim Carrey, e un mio alter ego. Uno di quei personaggi in cui mi rivedo quasi totalmente, almeno per qualche lato della mia multiforme e incomprensibile personalità. E anche la storia, per quanto assurda e paradossale, la sento per molti tratti mia. Mi immagino correre come un forsennato all'interno della mia mente, alla ricerca di quei ricordi più reconditi, per celarmi agli occhi e alle cesoie dei "resettacervelli". Mi immagino anche a Boston, sdraiato sulla superficie gelata del fiume Charles, ad inventare nuove costellazioni. Mi immagino triste e confuso in quella stazione, ad aspettare un treno per Montauk, senza sapere perché. Sono io. Piango nel passato per fuggire il presente. Il futuro non esiste.
Il film ha però avuto riscontri altalenanti presso il grande pubblico. Non esistono mezze misure, o si ama o si odia. Anche i critici si sono divisi a metà, tra sostenitori del "capolavoro" e chi ne ha denigrato la frammentarietà e il carattere anacronistico e irreale. Scrisse in proposito, sul Corriere della Sera, Tullio Kezich "il comune spettatore propende per la stupidità e il critico raffinato è folgorato dal brivido dell'intelligenza". Io mi schiero tra questi ultimi, e voi?
Ah, i ricordi. A volte faremmo di tutto per cancellare quelli che continuano a farci del male. Ma anche quella negatività fa parte di noi, che ci piaccia o no. E non saremmo quello che siamo adesso, senza di essa. Io non riesco a farne a meno, anche fisicamente. Fin da piccolo ho avuto l'abitudine di conservare tutto, o quasi. Beh, non proprio tutto, ma di sicuro tutto quello che avrebbe potuto suscitarmi in futuro un particolare ricordo. Ancora oggi mantengo questa abitudine, anche se per motivi di spazio sono stato costretto a limitarmi all'essenziale, onde evitare che l'abbondanza di ricordi mi cacci via dalla mia stessa casa. Però continuo a conservare tante cose per altri banali, come i biglietti di cinema, teatro, concerti, mostre, oppure gli scontrini degli acquisti più particolari, soprattutto quelli fatti in viaggio. Conservo scatole, buste, bottiglie, biglietti e "pizzini" vari, che per molti sarebbero ordinaria spazzatura. A volte li seppellisco in angoli nascosti della mia camera, ma essi dopo anni riemergono, riportando alla mia mente le sensazioni più svariate: nostalgia, rabbia, delusione, divertimento. Non riesco a farne a meno, è più forte di me. Sarà senz'altro una forma di perversione e se conosceste una cura vi invito a lasciare un commento. Conserverò anche quello.
1 commento:
L'ho rivisto ieri sera, con la compagnia della prima volta. Sono malato, lo so.
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